Monday, 10 March 2014

Giornalismo dell'anima - Journalism of the soul

"Landscape" by Vanessa Schlachtaub Bruni ©
Giornalismo dell'anima, diventa fondamentale proprio oggi, quando oltre le apparenze dell'iper-comunicazione, i margini di libertà si vanno restringendo. I piccoli editori sono in difficoltà, lo scrivere comporta spesso stipendi da fame, eccezion fatta per i servi ben pagati del regime. Il praticantato è pagato pochissimo perché per prima cosa devi provenire da famiglie facoltose, per seconda cosa si viene controllati se per caso non siamo abbastanza servizievoli e camaleonti per sparire dietro le richieste di regime. Bisogna scrivere per far lustro ai semi-dei che rappresentano il mondo del denaro e del potere. Bisogna scrivere per decantare l'ultima moda in corso, bisogna fare in modo che tutti continuino a correre cercando di raggiungere traguardi irraggiungibili, mentre quello che viene dimenticato è l'ascolto del proprio cuore. Ma con tutta questa massificazione dei pensieri cosa può succedere di bello? La concentrazione del potere nelle mani di pochi ha bisogno di voci differenti che si facciano sentire, voci che parlino senza paura. Io sono pronta ad emigrare, sarò l'ennesima donna "differente" a non poter sopravvivere in patria con il suo intelletto. Sto preparando le valigie e imparando un bel mestiere da vendere all'estero. Mentre le persone che ci hanno insegnato ad essere corrette, ad essere garbate e gentili, si sentono frustrate e confuse di fronte a questo imperare dei tracotanti senza gusto e senza scrupoli. Poi siamo tutti divisi, la storia economica degli ultimi anni ci ha divisi irrimediabilmente. Siamo soli, divisi e male organizzati. Ognuno cerca di arrancare per salire sul carro dei vincitori, carro che va sempre più veloce rispetto a chi è rimasto a terra. Ma anche chi riesce a correre dietro al carro fa sempre più fatica a stare al passo. Ok, globalizzazione. Globalizzazione dello sfruttamento: si sfruttano le risorse umane e le risorse terrestri. Che cosa rimarrà?


Journalism of the soul, becomes fundamental right today, when beyond appearances of hyper-communication freedom margins are shrinking. The small publishers are struggling, writing often involves starvation wages, except for highly paid servants of the regime. The internship is paid very little because first you have to come from wealthy families, to second what is checked if we are quite accommodating and chameleons to disappear behind the demands of the regime. You must write to shine the seeds-of representing the world of money and power. You have to write to settle the latest fashion in progress, we must ensure that all continue to run trying to reach unattainable goals, while what is forgotten is listening to the heart. But with all this massification of thoughts what sort of nice thing can happen?  The concentration of power in the hands of a few needs to be contrasted by different voices that are heard, voices that speak without fear. I'm ready to leave, I'll be the umpteenth "different" woman that can't survive in homeland with her intellect. I am preparing suitcases and learning a good trade for sale abroad. While people who have taught us to be correct, to be polite and kind, they feel frustrated and confused in the face of this rule of exaggerated egos without taste and without scruples. Then we all split, the economic history of the last years has divided us forever. Are we alone, divided and badly organized. Everyone tries to trudge to get on bandwagons, cart that goes faster and faster than those who remained on the ground. But even those who manage to run behind the bandwagon is increasingly struggling to keep up. O-k, globalization. Globalization of exploitation: exploiting human resources and land resources. What will remain?

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